1 ettaro di TERRENO, quanto PANE produce?

Ma la vera domanda è: abbiamo davvero bisogno di costruire nuovi distributori di carburante nel 2020, rinunciando al diritto al cibo e alla sovranità alimentare?

L’Italia genera circa l’11% dell’intera produzione globale di grano, con 4,2 milioni di tonnellate annue su un totale di 38,6 milioni di frumento duro stimate nel 2018; detiene il primato anche in Europa con il 45% della produzione. 

Ma anche l’Italia rimane leader mondiale, questo non basta a sfamare il fabbisogno dell’industria della pasta. Infatti, l’Italia è deficitaria nella produzione di grano duro di qualità, necessario per fare una pasta altamente proteica e che tenga la cottura. C’è comunque un miglioramento: dall’80% di grano importato dieci anni fa, ora le cifre si assestano intorno al 30-40%. [Fonte: ehijournal.it]

Si importa soprattutto da paesi transoceanici come il Canada o gli Stati Uniti.

A marzo, durante i momenti (ad ora) peggiori della pandemia causata dal Covid19, gli scaffali dei nostri supermercati erano vuoti. Cosa mancava? Farina, lievito, pasta, pane.

Pasta, il grano made in Italy? Basta appena per quattro mesi all’anno.

«Per avere pasta a scaffale nei supermercati tutto l’anno, dobbiamo necessariamente importare. Se utilizzassimo solo la produzione italiana, troveremmo la pasta in vendita solo quattro mesi all’anno» dice Cosimo De Sortis, presidente di Italmopa, l’associazione che raggruppa le aziende che lavorano grano tenero e grano duro.

Il Sole 24 Ore, 29 giugno 2019

Pensiamo davvero che sia sensato, in un contesto di impoverimento generale, di crisi economica imminente, di incertezza non solo riguardo al futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti, ma anche sul nostro stesso presente, pensiamo che sia sensato rinunciare alla possibilità di produrre cibo nel nostro territorio e affidarci così tanto alle importazioni dall’estero?

Il suolo è un bene comune.

Non possiamo permettere che le amministrazioni locali lo svendano in questo modo. Non per ampliare il già enorme corridoio fossile che attraversa Bologna, con la sua tangenziale che si vuole trasformare in uno svincolo a 16 corsie. Non per permettere un traffico di merci su strada ancora maggiore, quando la possibilità di ridurre il traffico e spostare la distribuzione sulla rete ferroviaria c’è eccome (ricordate dove è stato costruito il CAAB!).

Ma parliamo di farina e pane.

Ovvero ciò che ci ha mandato in panico a marzo, quando abbiamo visto gli scaffali vuoti. La domanda di marzo è aumentata di parecchi punti, soprattutto per latte UHT (+20,2%), riso (+28,8%), pasta (+29,6%) e farina (+57,5%). [Il Sole 24 ore]

E il lievito?

Questo ingrediente, conosciuto fin dall’antichità, non deriva da un processo industriale intensivo e quindi facile da dimensionare a seconda delle richieste, ma è un microrganismo che prende vita da un sottoprodotto di origine agricola, il melasso da zucchero che ha i suoi tempi di produzione.

ANSA 31 marzo 2020 [qui l’intervista al Gruppo Lievito da zuccheri di Assitol]

Stiamo dando i numeri?

Noi crediamo che il nostro terreno e la nostra agricoltura abbiano un valore inestimabile e incalcolabile. Ma possiamo anche fare due conti, per dare un’idea concreta di quello che perdiamo se lasciamo che la nostra terra venga privatizzata e cementificata.

1 ettaro di TERRENO, quanto PANE produce?

Un ettaro di terra produce mediamente ogni anno 50q di grano, che sono circa 4500kg di farina, che fanno più o meno 4500 kg di pasta o 5000 kg di pane. Moltiplichiamo per gli ettari occupati dai distributori: si tratta di tonnellate e tonnellate di pasta o pane, o altrettanto di pizze, biscotti, torte…

È poco chiaro? Abbiamo preparato una infografica per mostrare il legame tra terreno e pane prodotto. Condividete e partecipate!

Non facciamoci abbindolare dagli slogan come Made in Italy, pretendiamo che il pane che mangiamo sia prodotto non solo con del grano italiano, ma regionale, cittadino. Che venga coltivato e raccolto nelle nostre campagne!

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